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Annaffiatura, manuale pratico di coltivazione

 

Quando si muovono i primi passi nella coltivazione incertezze e dubbi sono lo stimolo ad apprendere. Si comincia chiedendosi quale tipo di seme scegliere? o quale vaso scegliere e le misure? Quali fertilizzanti somministrare?

Una delle domande più comuni è comunque sempre: Quando e quanto dare acqua alle piante?

Vi proponiamo I nostri consigli sull’ annaffiatura delle piante in modo pratico e funzionale.

 

L’acqua data alle piante è determinante per la qualità e la produttività della coltivazione.

Anche se può sembrare banale questa azione comune e quotidiana è molto più complessa di quanto si possa credere.

In risposta alla domanda principale, per quanto si voglia cercare di trasmettere tutta l’esperienza possibile, i nostri consigli avranno comunque un limite che è quello dovuto alla numerosa quantità di variabili che determinano questa azione quali:





 

 

 

Così come altri fattori più specifici fino a considerare il fenotipo della pianta. Considerando questo specifico fattore va infatti segnalato che anche piante della stessa varietà possono avere comportamenti di crescita diversi formando strutture che hanno necessità di fertilizzazione e acqua diverse. Come sempre con il tempo l’esperienza vi aiuterà a gestire sempre meglio questo come tanti altri parametri.

 

 

 

 

Temperatura e Umidità:

 

E’ necessario tenere conto delle condizioni climatiche per poter annaffiare correttamente, sia con coltivazioni indoor che outdoor.

Fondamentale importanza quindi hanno i parametri di temperatura ed umidità, della zona di coltivazione quando si è all’ esterno o della camera di coltivazione ( Grow room) quando si lavora all’interno. L’ ambiente esterno non è in alcun modo controllabile e gli eventi climatici avversi quali: freddo intenso e pioggia possono danneggiare il cultivo favorendo l’insorgenza di parassiti e funghi. Indoor naturalmente il problema è notevolmente ridotto ma la regola è sempre la stessa è necessario il controllo attento e puntuale dei parametri di temperatura ed umidità che costituiscono i primi indicatori delle necessità della pianta.

In ambienti con temperature più alte per evitare che l’ acqua evapori troppo velocemente si mischiano perlite o fibra di cocco al terriccio, in modo da aumentare la capacità del substrato di trattenere l’ acqua e diminuire la possibilità che si verifichi una carenza o uno stress idrico.

Nelle coltivazioni all’ aperto, che finiscono più tardi (ottobre/novembre) è importante diminuire la quantità di acqua somministrata perché la combinazione con le piogge potrebbe causare l’ insorgenza di funghi e muffe (botrite, peronospera etc.).

Sapere intervenire in funzione della situazione è la regola più importante.

 

 

Misura del vaso e quantità di substrato:

 

 

La misura del vaso e la quantità di substrato sono legati strettamente, più grande è il vaso, maggiore sarà la quantità di substrato e di conseguenza la soluzione nutriva o l’ acqua somministrata.

Fate molta attenzione all’ inizio della coltivazione (primi 10/20 giorni) quando si hanno piante piccole in vasi da 18/30 lt. Le esigenze di una pianta così piccola saranno notevolmente ridotte ed annaffiare nello stesso modo di una pianta adulta ( quotidianamente o quasi) sarebbe un grave errore, dovrebbe bastare dare acqua o soluzione nutritiva una volta alla settimana tenendo sempre conto delle condizioni climatiche come detto prima.

La cosa più complessa è la prima fase di innaffiatura perché il substrato è povero di ossigeno e fornendo una quantità di acqua eccessiva si rischia il soffocamento delle radici e di seguito problemi nella crescita e matabolizzazione. Se il substrato è saturo e questa condizione permane le radici marciranno si darà vita a funghi e le piante rimarranno “rachitiche” e deformi pallide e a macchie.

Una pianta cresciuta da 60-110 cm concede molto di più al coltivatore, permettendogli lievi errori perché la capacità di assorbimento è superiore e tutto diventa più facile. Va tenuto conto del tipo di substrato, perché come indicato in precedenza l’ aggiunta di fibra di cocco ad esempio aumenta la capacità idrica oltre a mantenere il substrato più leggero ed aerato.

 

 

 

Grandezza della pianta:

 

La dimensione della pianta è ovviamente fondamentale per proporzionare la giusta dose di soluzione nutritiva. Come già detto brevemente in precedenza è importantissimo evitare che il substrato sia saturo soprattutto nei primi 7/20 giorni di vita della pianta, aumentando gradualmente la misura al variare della dimensione della pianta. In ogni caso le piante di Cannabis femminizzate non gradiscono gli eccessi di acqua e ancor di più se stiamo gestendo delle autofiorenti che non li sopportano in nessun modo, quindi è buona norma evitarli sempre.

 

 

 

 

Dimensioni Impianto radicale:

 

Lo sviluppo delle radici è legato strettamente al fenotipo e più in generale alla genetica della pianta, anche se in linea di massima la radicazione di piante da seme è omogenea quando si scelgono semi di qualità. Le radici delle piante cresceranno in modo diverso a secondo del tipo e prescindendo dalla capacità del coltivatore. Conoscere bene la genetica che si sta coltivando fino a poter distinguerne anche il fenotipo permetterà al coltivatore di somministrare alle piante la quantità di soluzione nutritiva adeguata ottenendo sempre risultati migliori. Un metodo per aumentare la produzione di radici e svilupparle più rapidamente è l’ utilizzo di un buon radicante.

 

 

Suggerimenti pratici:

 

  • L’ acqua o la soluzione nutritiva va data sempre in condizioni di buio quando si lavora indoor quindi prima che si accendano le luci oppure la mattina presto quando si è all’ esterno, per evitare che il calore possa bruciare le radici è le foglie della pianta, l’annaffiatura fatta la sera sarebbe da evitare perché potrebbe comportare un aumento eccessivo dell’umidità con conseguente comparsa di insetti e malattie.

     

  • Pesare il vaso è una tecnica utilizzatissima dai coltivatori per capire se il substrato è asciutto o meno. Questo tipo di tecnica si basa sull’ esperienza ma basta procedere in modo pratico, pesando il vaso asciutto ed il vaso annaffiato e segnando questi parametri. Questo vi permetterà di capire se la pianta ha bisogno di acqua o no, inoltre dopo le prime volte sarà semplice ed automatico capirlo semplicemente alzando il vaso, così come fanno i coltivatori esperti.

  • Utilizzate sempre soluzione nutritiva o acqua a temperatura ambiente considerando la temperatura della vostra camera di coltivazione o esterna.

     

  • Quando si somministra la soluzione nutritiva è importante che sia ben miscelata prima di verificare i parametri di PH ed elettroconducibiltà EC soprattutto quando si lavora in idroponica. Con il terriccio che costituisce un elemento tampone questo elemento è meno importante.

     

  • Tenere sempre gli strumenti di misura calibrati in modo da non incorrere in sfasature dei parametri che danneggerebbero seriamente la coltivazione, soprattutto quando si coltiva in idroponica la soluzione nutritiva viene immediatamente a contatto con le radici ed assorbita velocemente, dare più volte soluzioni con parametri sballati comporterebbe danni irreparabili alle vostre piante.

     

  • Utilizzate sempre fertilizzanti e terriccio nuovi, e non conservate mai la soluzione nutritiva preparata ma fatela di volta in volta.

 

 

Tutte le informazioni contenute sono a solo scopo informativo e didattico. Invitiamo tutti gli utenti a non utilizzare tali informazioni in modo pratico in relazione ai semi di cannabis. Ricordiamo infatti che:

In Italia la Coltivazione dei semi di cannabis è vietata (Art. 28 e 73 del DPR 309/90) se non si è in possesso di apposita autorizzazione (Art. 17 DPR 309/90)

Pertanto i Semi di cannabis potranno essere utilizzati esclusivamente per fini collezionistici e per preservazione genetica e sono commercializzati con la riserva che essi non siano usati da terze parti in conflitto con la legge. I semi di cannabis sono esclusi dal D.P.R. 309/90, ciò significa che essi non sono da considerarsi sostanze stupefacenti (L. 412 del 1974, Art. 1, Comma 1, Lett. B; convenzione unica sugli stupefacenti di New York del 1961 e tabella 1 decreto Ministero della Salute 11 Aprile 2006).

 

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